#include <stdio.h> main() { printf("goodbye, worldn"); }
Non ricordo di preciso a quando risale il mio primo incontro col K&R. Mio fratello era probabilmente al secondo anno di università (al primo si studiava il Modula-2), quindi io avrò avuto tra i 12 e i 13 anni. Ho ancora bene in mente però l’impressione di curiosità che quel libro, con la sua buffa copertina bianca sulla quale campeggiava una grande C azzurra, aveva destato rapidamente in me una volta entrato in casa.
Un’altra cosa che ricordo bene è che quando iniziai a leggerlo, partendo diligentemente dalla prefazione (abitudine questa che mi è rimasta ancora oggi, per ogni tipo di libro), ci fu un passaggio che mi colpì in modo particolare. Siccome in questo momento non ho sottomano (e non posso reperire in alcun modo) una copia dell’edizione italiana, non posso fare altro che citarvi il paragrafo corrispondente dell’edizione originale:
In our experience, C has proven to be a pleasant, expressive, and versatile language for a wide variety of programs. It is easy to learn, and it wears well as one’s experience with it grows. We hope that this book will help you to use it well.
Ricordo che commentai la cosa con mio fratello, facendogli notare che a giudicare da questa descrizione il C sembrava una figata incredibile. Mio fratello (che non aveva letto la prefazione: per lui quello era un libro da studiare, non da leggere per diletto!) diede un’occhiata a quel passaggio e commentò: «Secondo me ci stanno prendendo per il culo».
In effetti non so se imparare il C da quel libro sia davvero un’esperienza “facile” o “piacevole” come la descrivono K&R, però so che a quel libro, e di conseguenza ai suoi due autori, sono rimasto un po’ affezionato, anche adesso che il C non lo uso quasi più. E così, quando oggi ho appreso della morte di Dennis Ritchie, il rubinetto della mia memoria ha perso un po’; e invece di lasciarli scorrere via, ho pensato bene di raccogliere i pochi ricordi che ne sono usciti in questo post. Dopotutto i blog dovrebbero servire anche a questo… almeno credo.
Alberto, noi siamo lo Ying e lo Yang. Io non conosco nessun linguaggio di programmazione (ad eccezione di latex, anche se dire di conoscerlo mi sembra un attimo eccessivo). Le poche volte che ho letto una prefazione in vita mia e` stato quasi sempre a libro concluso.
Alberto, Ruggero e` in ansia. Vuole sapere se stai bene.
LOL! 🙂
Certo che sto bene, anzi… presto (spero) riceverete una mia comunicazione 🙂