Le gioie della traduzione

C’è un motivo per cui ultimamente questo blog ristagna: la settimana scorsa ho avuto la pessima idea di accettare un lavoro di traduzione dall’inglese all’italiano di un articolo di review (40 pagine circa) che andrà inserito in un’opera che sta curando il mio (ex-)relatore. La cosa in sé non sarebbe neanche del tutto malvagia, visto che l’argomento (le relazioni tra la teoria dei nodi e la fisica) è piuttosto interessante. Il problema, peraltro evidenziatosi sin dalla prima lettura dell’articolo, è che l’autore (che per motivi di privacy – la mia – chiameremo H.) ha fatto un lavoro perfettibile (per usare un eufemismo). Diciamo che si capisce chiaramente come il tutto sia stato scritto al massimo nel giro di una notte (e non mi sento di escludere una precedente assunzione di alcool), mettendo assieme pezzi di articoli già pubblicati qua e là raccordati tra loro alla bell’e meglio ed evitando accuratamente di rileggere il risultato finale. Per chi pensa che io stia esagerando, basti dire che a un certo punto il nostro eroe riesce a dimenticarsi un pezzo della definizione di algebra di Lie, salvo 10 righe dopo fare riferimento proprio al pezzo mancante! Con queste premesse, più che una traduzione ci vorrebbe una revisione completa (ovviamente da farsi assieme all’autore, possibilmente sobrio) ma ho come l’impressione che questa non sia una strada percorribile, se non altro perché il lavoro va completato entro la settimana prossima.

Qualunque sarà il risultato finale, è il caso di consolarsi con la vecchia massima “poteva sempre andare peggio”: almeno la traduzione dovrebbero pagarmela.

3 commenti

  1. aspirantelogico

    Ho aperto il link alla pagina di Wikipedia sulla teoria dei nodi. Ho guardato le figure e basta e mi e’ venuta in mente una frase del mio professore di fisica del liceo: dove non arriva il fisico, arriva il contadino.
    Forse si potrebbe mutuare: dove non arriva il matematico, arriva il marinaio.

    http://www.xenialab.it/meo/web/doc/nodi.gif

  2. Lord Kap

    Leggendo l’articolo mi son chiesto se chi l’ha scritto avesse usato il metodo degli sceneggiatori de ‘Gli occhi del cuore’, la fiction di Boris.
    F4: Basito.
    😉

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