Recentemente negli Stati Uniti lo stato dell’Arizona (che, ricordiamo a beneficio dei più distratti, confina con il Messico e ha storicamente grandi problemi di immigrazione clandestina) ha approvato una legge che rende un reato non avere il permesso di soggiorno in regola. In altre parole, anche in America (seppur in un solo stato) ha fatto il suo trionfale ingresso quel reato di clandestinità che, secondo i leghisti, rappresenta il fiore all’occhiello tra i provvedimenti dell’attuale governo. È molto interessante mettere a confronto la reazione dell’opinione pubblica dall’una e dall’altra parte dell’oceano. Negli Stati Uniti si è visto di tutto: grandi manifestazioni di piazza, cardinali che parlano apertamente di “legge nazista”, studenti iscritti alle università dell’Arizona che si trasferiscono altrove. L’ultima iniziativa in ordine di tempo si deve ai giocatori della squadra di basket di Phoenix che, in campo per i playoff mercoledì scorso (in una data particolarmente importante in quella zona del continente americano), hanno indossato una canotta speciale per esprimere la loro vicinanza alla popolazione di origine messicana.
In Italia il reato di immigrazione clandestina è stato introdotto nel Luglio 2009, e da allora è passato quasi un anno. Non mi sembra di aver visto nulla di paragonabile, ma magari sono io che sono distratto.