Citazioni farlocche

Dal benemerito sito di ROARS ho appena scoperto l’esistenza di una interessante pagina sul sito del ministero dell’istruzione (e del merito), il portale del sistema nazionale di valutazione, che a tutt’oggi si presenta così:

Uno screenshot del portale SNV(Per inciso, stupisce notare che l’indirizzo apparentemente più semplice https://snv.pubblica.istruzione.it/ ritorna un errore 503: forse almeno un redirect ci sarebbe stato bene…)

Per chi conosca un minimo la produzione scientifica di Galileo, questa citazione suona male. Tanto per iniziare è in italiano moderno, invece che nel volgare dei Seicento; ma anche ipotizzando una sua parafrasi in lingua corrente, non sembra proprio il genere di frase che il buon pisano avrebbe potuto scrivere. Somiglia piuttosto a una massima uscita dagli scritti di qualche positivista dell’Ottocento; posso facilmente immaginarmela detta ad esempio da un Helmholtz, o da un Kelvin.

E infatti indagando un po’ si scopre che si tratta di un detto apocrifo, per di più originatosi molto probabilmente in inglese («Count what is countable, measure what is measurable, and what is not measurable, make it measurable»). Come non notare la superba ironia insita nell’utilizzo di una citazione farlocca per giustificare le bizantine procedure di valutazione che hanno preso piede nell’ultimo decennio a tutti i livelli (dalla scuola dell’infanzia all’università) dell’istruzione italiana?

Personalmente proporrei di sostituire la citazione (inventata) di Galileo con la seguente citazione (reale) dell’economista britannico Charles Goodhard:

Any observed statistical regularity will tend to collapse once pressure is placed upon it for control purposes.

…spesso espressa più sinteticamente come legge di Goodhard: quando una misura diventa un obiettivo, cessa di essere una buona misura. Chissà che trovarsi tutti i giorni sotto gli occhi questa osservazione, ben più rilevante dell’attuale, non possa ispirare qualche ripensamento sull’attuale “furia valutativa”?