Ci ha lasciato ieri, a 86 anni compiuti, Alexander Grothendieck, uno dei matematici più influenti del ventesimo secolo. Di padre russo e madre tedesca, è arrivato da profugo in Francia nel 1939 (a 11 anni) e da allora ha sempre vissuto nel paese d’oltralpe. In una carriera durata (essenzialmente) vent’anni ha dato contributi fondamentali in analisi funzionale, algebra omologica, K-teoria, teoria delle categorie e geometria algebrica (che ha letteralmente rivoluzionato). Se nell’ultimo secolo c’è stato un matematico a cui si possa attribuire il titolo di «universalista», questo è lui. Eppure sono certo che il 99,99% delle persone al mondo (ed è una stima ottimistica) non ne abbia mai sentito parlare.
Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo personaggio — e fidatevi che merita, la sua vita è stata quanto di più lontano ci possa essere dai classici cliché della professione — non posso che consigliare la stupenda biografia che Allyn Jackson gli ha dedicato 10 anni fa nelle Notices of the American Mathematical Society, liberamente disponibile su internet: qui trovate la prima parte e qui la seconda. Da segnalare anche questo articolo, scritto dal suo amico e collaboratore Pierre Cartier.
Addio Alexander, e grazie per tutto quello che ci hai insegnato.