Dev’essere scritto nel destino che su quei 6 km di salita al 5% che portano da Corteno al passo dell’Aprica io debba provare solo delusioni (ciclisticamente parlando). Nella tappa di quattro anni fa speravo che Simoni riuscisse a piazzare almeno una vittoria di tappa (che indubbiamente meritava) in un Giro che Basso aveva dominato, ma le mie speranze naufragarono miseramente a 3 km dalla fine. Oggi ci sono ricascato, esaltandomi per l’intelligenza tattica con cui Arroyo (gli idoli non me li scelgo a caso) ha affrontato il Mortirolo e pregustando già il suo arrivo al traguardo con un minutino di ritardo (con annesso mantenimento della maglia rosa); e invece in quei fatali chilometri i minuti di distacco sono passati da 1 a 3, e la maglia si è volatilizzata. Ahimè.
PS: sì, in entrambe le tappe ero schierato a favore dell’avversario di Basso: non che abbia niente contro quest’ultimo, ma siccome il mio amico Davide è un suo grande tifoso la scelta di campo è a dir poco obbligata.